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Barbaresco DOCG

Era un vino già noto durante l’epoca dei Romani con il nome di “Barbaritium”, che veniva bevuto dolce e molto speziato, abitudine che è rimasta fino all’Ottocento.

Barbaresco DOCG

Il Barbaresco è tendenzialmente un vino asciutto, elegante e aristocratico, ottenuto e imbottigliato solo dopo un lungo invecchiamento (fino a 4 anni, un anno in meno del suo fratello Barolo).

Il merito del suo grande successo in Italia e all’estero va soprattutto ad un produttore, Angelo Gaja, molto carismatico e determinato che negli anni è riuscito ad affermarsi come il miglior produttore di Barbaresco, tanto che oggi le sue bottiglie valgono più di 140 € l’una, a seconda delle annate.



Il territorio di produzione del Barbaresco DOCG


La zona di produzione del Barbaresco DOCG comprende alcuni comuni della provincia di Cuneo, in Piemonte, praticamente nella vallata opposta a quella dove si produce il Barolo DOCG. I comuni sono 4: Barbaresco, Neive, Treiso e Alba, nella zona delle Langhe, caratterizzata da molte piogge e nebbie autunnali che agevolano la coltivazione della vite. Il terreno è a prevalenza argilloso o calcareo-argilloso e l’altitudine ideale dove piantare le viti è compresa tra 300 e 450 m. Volendo, è ammesso dal disciplinare che ogni cantina possa inserire in etichetta il nome specifico della vigna, del cru o del microterritorio dove l’uva è stata coltivata (per es. Asili, Rabajà, Balluri…). Il Barbaresco viene coltivato in una zona di circa 686 ettari, con una produzione annua di circa 4 milioni e mezzo di bottiglie.



Produzione del Barbaresco DOCG


Il Barbaresco è composto da nebbiolo al 100%, delle sottovarietà lampia o michet. Qui nella zona vocata al Barbaresco il nebbiolo segue il suo ciclo vegetativo più ampio: è il primo a germogliare e l’ultimo a cui cadono le foglie. La resa per ettaro deve essere di massimo 8 t/ha e il tipo di impianto della vite consentito è quello a Guyot.



L’invecchiamento del Barbaresco DOCG


L’invecchiamento minimo previsto dal disciplinare deve essere di almeno 26 mesi, di cui almeno 1 anno in botti di rovere o di castagno. Per la tipologia Barbaresco “riserva” l’invecchiamento sale a 4 anni minimo, a decorrere dal 1 gennaio dell’anno successivo alla vendemmia (si pensi che solitamente per un qualsiasi vino bastano 2 anni di invecchiamento in botte perchè possa essere definito “riserva”). Questo lungo invecchiamento permette al vino di vedere evolversi i tannini (da verdi e acerbi come quelli di un nebbiolo comune a rotondi e morbidi), di guadagnare un gusto asciutto e delicato allo stesso tempo.



Caratteristiche organolettiche del Barbaresco


Il Barbaresco ha colore rosso granato con riflessi aranciati e mattonati dovuti al lungo invecchiamento. Il profumo è molto intenso e gradevole con sentori di viola, frutti di bosco, liquirizia, caffè, cioccolato, vaniglia, tabacco, cuoio, legno, cannella, nocciole tostate. In bocca è asciutto, elegante, vellutato e armonico. Ha una gradazione minima di 12,5%. Si abbina bene alle carni rosse, alla selvaggina (per es al camoscio alla piemontese), ai piatti a base di tartufo bianco d’Alba, ai formaggi stagionati come il bagoss o la toma d’alpeggio.

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