Garganega
La Garganega non ha una sua spiccata aromaticità, ma un patrimonio di profumi tra cui spiccano la mandorla e i fiori bianchi. Non è caratterizzata da una acidità preponderante ma piuttosto da un equilibrio di estratti e zuccheri. Alcune testimonianze fanno appartenere la Garganega alla famiglia dei Trebbiani, e quindi di origine etrusca, altri ritengono che sia piuttosto derivante dal gruppo dei Greci, anche se le sue caratteristiche ampelografiche sono diverse. La Garganega presenta somiglianze con altri vitigni come il sardo Nuragus, il veneto Glera e il più meridionale Grecanico. Il vitigno Garganega è presente con diversi cloni fondamentali della Garganega, quali la Garganega Tipica (più diffusa), la Garganega Dario o Grossa (più diffusa nelle zone pianeggianti), la Garganega Verde (più diffusa nelle zone collinari vicino a Soave) e la Garganega Agostega (più precoce e sensibile alle malattie, oggi quasi totalmente abbandonata).
Caratteristiche
Il vitigno Garganega ha le seguenti caratteristiche varietali:
Foglia: media, pentagonale, quinquelobata, con denti molto pronunciati.
Grappolo: lungo, cilindrico, con ali molto pronunciate, relativamente spargolo, con rachide che spesso spacca in punta.
Acino: medio sferoide, di colore giallo dorato
Buccia: spessa e la polpa succosa, di sapore semplice.
I vini ottenuti dal vitigno Garganega sono di colore giallo paglierino con delicato profumo fruttato, di medio corpo, giusta acidità, armonico e vellutato. Di grande ricchezza aromatica con profumi semplici, floreali, e più complessi (erbe aromatiche e minerali).
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