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Sagrantino di Montefalco DOCG

Il Sagrantino di Montefalco è un vino rosso umbro, ottenuto con l’uva omonima, Sagrantino

Sagrantino di Montefalco DOCG

Il Sagrantino di Montefalco è un vino rosso umbro, ottenuto con l’uva omonima, Sagrantino, molto rinomato e conosciuto, paragonabile per qualità e longevità ai grandi Barolo e Brunello di Montalcino, può infatti essere conservato per almeno 10-15 anni in cantina, grazie ai suoi tannini e alla sua struttura.




Un po’ di storia…

La zona di Montefalco, un comune di provincia di Perugia, vanta una tradizione enologica millenaria, sembra, infatti, che il nome dell’uva Sagrantino derivi dal vitigno Hirtiola già conosciuto all’epoca dei Romani e già presente in Umbria.
Originariamente, però, questa uva veniva vinificata come vino passito, solo recentemente, a partire dagli anni Ottanta si è iniziato a vinificarla come vino rosso secco, grazie soprattutto agli sforzi e all’entusiasmio di un produttore Arnaldo Caprai, che ha voluto credere nelle capacità del vitigno Sagrantino, riscuotendo un grande successo sia in Italia che all’estero.
Oggi, l’azienda Caprai è la portabandiera del Sagrantino di Montefalco nel mondo e i suoi vini sono quotati dai 20€ per la versione passita da 0,375 litri, ai 25€ per il Sagrantino di Montefalco, fino ai 50€ per il suo prodotto di punta “Riserva 25 Anni”.
Tutta la zona enologica del Montefalco è riunita sotto il Consorzio di Tutela dei Vini di Montefalco che organizza ogni anno il Sagrantino Day International, una degustazione organizzata nello stesso giorno ma in varie location d’Italia e del mondo, di solito ad aprile, quando la nuova annata del Sagrantino esce in commercio.



Caratteristiche del vitigno Sagrantino

 

Il Sagrantino è una pianta difficile, con una media vigoria ma una scarsa produttività, cosa che spiega poi anche i prezzi molto alti del vino prodotto con uva Sagrantino in purezza.
La foglia è media, trilobata e a volte pentalobata. Il grappolo è medio-piccolo, cilindrico o conico, alato e spargolo. L’acino è medio, sferico, con buccia consistenete e pruinosa, dal colore quasi nero.
La maturazione è tardiva, viene vendemmiato nei primi giorni di ottobre, a volte anche più tardi, poiché tradizionalmente si prediligono vendemmie tardive, dato che la buccia molto spessa permette all’acino di conservare intatte tutte le sostanze senza marcire.
Nel caso del passito viene lasciato appassire sulla pianta (appassimento naturale) o in locali appositamente deumidificati, senza ricorso al riscaldamento.



Il Sagrantino di Montefalco DOCG

 

Il Sagrantino di Montefalco ha ottenuta la denominazione DOCG nel 1992, attestandosi come il dodicesimo vino italiano a ricevere questo riconoscimento.
La zona di produzione comprende tutto il comune di Montefalco e 4 comuni limitrofi (Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria e Gualdo Cattaneo) della provincia di Perugia.
In ogni sua versione, sia secco che passito, deve essere composto per il 100% da uva Sagrantino in purezza.
La resa massima per ettaro è di 8 tonnelate, mentre il titolo alcolometrico naturale minimo è di 12,5% per il secco e di 14,5% per il passito.
Il periodo di invecchiamento minimo è fissato a 33 mesi sia per il secco che per il passito, con un ulteriore affinamento in bottiglia di almeno 4 mesi.
Il vino si caratterizza per una ricca componente polifenolica e per il buon contenuto alcolico che gli permettono di essere conservato negli anni.
Ha un colore rosso rubino molto scuro, con profumi fruttati e speziati, in bocca è molto intenso, ricco e ha un finale asciutto dovuto ai tannini.
Il passito è un vino “dolce non dolce”, cioè non troppo stucchevole, a cui rimangono molti tannini che gli conferiscono freschezza.
Oltre al sagrantino di Montefalco nella zona viene prodotto anche un altro vino, il Montefalco rosso DOC, sia nella versione bianca (con uva Grechetto e Trebbiano), sia nella versione rossa.
Un’importante distinzione tra il Sagrantino di Montefalco DOCG e il Montefalco rosso DOC sta nelle percentuali previste per l’utilizzo di Sagrantino e Sangiovese: la maggior parte dell’uva Sagrantino, infatti, va a concorrere per
formare il Sagrantino (100%), nella tipologia Montefalco rosso se ne prevede un massimo del 10-15%, il resto è Sangiovese.

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